Racconto semiserio di una Live Rock Night a ROCCAMALATINA
I LEMON PILLS hanno suonato venerdì 18 Agosto a Roccamalatina, alla locanda ristorante Il Faro. Arrivati in ordine sparso e montato gli strumenti, abbiamo iniziato il nostro breve soundcheck. Nonostante fossimo all’aperto, ci è stato detto che sarebbe stato il caso di abbassare un po’ il volume e lo abbiamo fatto volentieri, anche se la musica che suoniamo richiede – normalmente – un po’ di potenza.
Comunque, trovato velocemente un equilibrio tra le nostre esigenze e quelle del titolare del locale, abbiamo atteso che venisse il nostro turno dopo l’esibizione di Rezzo (insieme al fidato Timothy, che ringraziamo moltissimo per avere provveduto al mixer e all’impianto voci), cantautore dalle canzoni impegnate che necessita di un ascolto un po’ attento per essere apprezzato, e un ristorante al culmine dell’ora di cena non è esattamente il posto ideale per farsi ascoltare con attenzione.
Il pubblico non era formato precisamente da Hell’s Angels, né da giovani ragazzi appassionati di musica rock. Spiccava un signore con la camicia Hawaiana che ci ha ricordato molto un certo recente Presidente del Consiglio in vacanza in Sardegna (vedi foto qui sotto). 🙂
Abbiamo dunque deciso di modificare un po’ la scaletta, evitando di suonare, per esempio, Dani California dei Red Hot Chili Peppers, che avrebbe probabilmente spettinato un buon 60% dell’audience! 🙂
C’è da dire che anche il nostro gruppo non è composto da ventenni: il bassista è stato colpito da un colpo della strega degno delle migliori case di riposo. Ma, grazie a una mezz’ora disteso e qualche Oki, è riuscito stoicamente a suonare, nonostante qualcuno abbia suggerito: “ma potresti anche non suonare, no? Tanto il basso sta nello sfondo, non è così grave se manca…” – con grande indignazione dell’anziano, ma permaloso, bassista.
Con una certa sorpresa, già al primo pezzo (Across the Universe dei Beatles, scelto appositamente tra i nostri “lenti” per evitare traumi) una coppia tra le più arzille ha cominciato a ballare cheek to cheek e sono arrivati i primi applausi. Questo ci ha incoraggiato a rischiare qualcosa di più movimentato (Lonely Boy dei Black Keys) trascinando qualcuno in un deciso battito di piedi sotto alla sedia e altri addirittura in un indiavolato Boogie Boogie tra i tavoli.
Le altre canzoni del repertorio si sono dunque succedute per un’oretta con un certo successo, a volume moderato, ma comunque non inudibile, fino alla conclusiva Like a Rolling Stone di Bob Dylan, nella versione di John Mayer, impreziosita da un bell’assolo di chitarra di Giampi (ecco qui sotto il video, un po’ buio, ma si sente).
Insomma, alla fine è stato divertente e pare si sia divertito anche il pubblico. Sicuramente un’esperienza 🙂